Daniela, 27 anni, è la prima residente di Campus SANPAOLO. Viene da Palermo, «dalla bellissima Palermo», dice.
Presso l’Università degli studi della sua città di origine ha conseguito la laurea triennale in «ingegneria per l’ambiente e il territorio», quindi, dopo un’esperienza di Erasmus in Lituania per otto mesi, si è trasferita qui a Torino.
Perché sei venuta a Torino?
Per fare una nuova esperienza di studio al Politecnico. Dopo l’Erasmus in Lituania ero abituata a stare lontana da casa. Qui ho fatto la specialistica, gli ultimi due anni di università.
Da quanti anni sei qui?
A Torino dal Novembre 2013. Quindi sono tre anni. Al Campus da quando ha aperto, dal settembre 2015.
Come ti trovi a Torino?
Torino mi ha sorpreso. Non c’ero mai stata. Non avevo parenti o amici che mi potessero raccontare la loro esperienza qui. Sono partita pensando di andare in una città triste, fredda, grigia, con la nebbia e dove il sole non c’era mai. Il freddo c’è, però devo dire che la città mi piace tanto. Mi piace com’è organizzata; perché si rispetta il codice della strada; perché in centro, il sabato e la domenica, si organizza sempre qualcosa, per cui se non hai niente da fare trovi sempre qualcosa da fare. Mi piacciono i mezzi pubblici perché ci sono, sono puntuali e ti portano dappertutto. Torino mi piace perché ci sono i portici. È una città elegante.
Per te l’esperienza qui a Campus SANPAOLO com’è stata?
Diversa da quella che avevo fatto prima. Per i primi due anni sono stata in un appartamento. Nell’ultimo al Campus. Ovviamente è diverso. Vi sono alcuni lati positivi e altri meno.
Prova ad elencarli.
Di positivo c’è che non devo occuparmi di «camurrìe varie», della gestione ordinaria di un appartamento. Pagare le bollette, per esempio. Inoltre c’è un aspetto di sicurezza. Qui c’è sempre controllo, per qualsiasi cosa. E poi non sei mai sola. Se vuoi parlare con qualcuno trovi sempre qualcuno, qualche residente. Vai in cucina, vai alla reception… Di negativo c’è che ci sono delle regole da rispettare, com’è ovvio, e che anche gli altri sono tenuti a rispettare. Ci si affida alla buona educazione e alla cortesia di tutti. Di negativo, però, non mi viene in mente più nulla.
Dopo la specialistica cosa hai fatto?
È passato meno di una anno. Ho fatto colloqui vari in giro per l’Italia. Quest’estate ho dato un po’ una mano al Campus quando sono arrivati gli studenti dell’European International Academy. Nel frattempo ho trovato lavoro e ho iniziato.
Cosa fai?
Uno stage all’«Azimut yachts», ad Avigliana, un’azienda che produce yacht di lusso.
E cosa fai in questo stage?
Sono nell’area gestione sicurezza e ambiente. Mi occupo di tutto quello che riguarda l’ambiente, un po’ meno di sicurezza perché ci sono altre persone. Gestisco sia dal punto di vista amministrativo che operativo di tutte le problematiche che si possono ripercuotere sull’ambiente: tutte le norme che devono essere rispettate, tutti i controlli che cadono nell’anno secondo le leggi. Mi occupo di fare i campionamenti delle emissioni in atmosfera, dell’acqua, delle emissioni acustiche, e anche del rispetto delle regole nella compilazione del registro dei rifiuti prodotti. Infine della sicurezza degli operai: se indossano caschi, maschere, tappi per le orecchie, occhiali, scarpe, tute.
Ti immagini a Torino ancora per tanto?
Io mi immagino a Torino sì, ma volere è un’altra cosa: Mi piace stare qua, ci vorrei stare più tempo possibile perché sto bene. Ma a poco a poco mancano sempre di più gli affetti. Non è solo per me, ma penso agli altri. Forse sono più io che manco a loro, e questo mi pesa, per i miei, per i miei parenti e per gli amici. Dunque mi manca la mia città e se mi dovessero chiedere «vuoi tornare?», dico: «sì». Però tornare a girarmi i pollici, no. Perciò nel prossimo futuro mi immagino qui. Penso e spero che vada bene con questa azienda o comunque con le prossime aziende che ci saranno. Perché è più facile che io trovi lavoro qua che giù.